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All'uscita dei racconti, la critica del tempo si espresse in questo modo: "tre classici racconti, di quelli che vi prendono e commuovono alla prima lettura, e poi reggono, e anzi crescono a un secondo esame, quando ne indagate il movimento proprio dell'arte". Ciò che accomuna i tre racconti proposti è innanzitutto la dimensione "corale", ossia la presenza del 'vissuto' proprio di quella gente del popolo o di estrazione piccolo-borghese, che l'autrice attinge dalla vita reale similmente ai naturalisti e ai veristi. Da essa, a emergere sono le storie individuali, delineate con effetti differenti: quella "quasi umoristica" di "Checchina", quella "patetica" di "Terno secco" e infine la vicenda "tragica" di "O Giovannino o la morte". Protagoniste sono le donne, eroine a modo loro, in contrapposizione agli uomini, meno virtuosi per gli istinti maschili con cui la Serao li caratterizza. I racconti affascinano, ancora oggi, per la psicologia che ne determina il destino, non esente dall'influsso del contesto sociale di cui quei personaggi sono parte. Storie di donne, virtuose o vinte lo diranno i lettori.